La ascolto parlare e posso immaginarla, lì, a camminare nel silenzio mentre nevica, con i piedi che affondano nel bianco infinito e l’anima travolta da un assordante silenzio. La vedo fissa a guardare l’orizzonte che diventa, davanti ai suoi occhi, sempre più vivido e sempre più vicino.
Irma mi parla, e io vedo quel cielo azzurro puro del cielo che si posa sul profilo nitido della montagna, quella montagna che, fin da bambina, vedeva ogni giorno sbucare finestra della sua camera.
Una montagna ogni giorno presente, immobile eppur ogni giorno diversa, con colori che cambiano costantemente e repentinamente, quei famosi colori che la gente delle Dolomiti conosce bene. Come conosce bene quel cielo di notte, di un buio nero intenso, ma illuminato dalle milioni di stelle della via Lattea, e, ogni tanto, da qualche lunga e lenta stella cadente.