Dove e quando una sorgente nasce? Perché decide proprio quel percorso da fare, quello, unico e solo? È un percorso insito in lei? Quando, quell’acqua che scorre, decide di fermarsi un po’ per colloquiare con quel sasso o quell’altro?
E poi mi chiedo, dove e quando è nato lo stile di Irma così unico e solo, quali le esperienze e i percorsi che l’hanno portata ad essere ciò che è ora? Quali i “sassi” con i quali si è fermata a colloquiare…?
Ora so che nascendo sulle Dolomiti, Irma ha vissuto di neve perenne, di montagne infinite, di silenzio assordante, di colori in perpetua trasformazione, di amore per la natura e per le forme nette e distinte. Inevitabile quando ti immergi in bagni di luce che riflettendo sul bianco della neve e ti regalano grandi, forti e ben definite ombre.
Poi, ho però saputo di lei, che da giovane studentessa ad Urbino, ha scoperto le linee dolci e la sua arte ha cominciato ad arricchirsi di forme meno contrastate. Ma il contrasto è ritornato nei suoi lavori come necessità di far vibrare e tendere quel filo in tensione, per formare un’unita nell’arte-lavoro. Sì, perché poi, trasferitasi a Londra, un altro contrasto è nato, quello tra la natura delle Dolomiti e dell’urbania (come la chiama Irma) della città inglese, e così che ha cominciato a cercare e ha trovato un nuovo equilibrio tra i due opposti, uno insito e l’altro acquisito, ma comunque altrettanto amato.